Lo scorso 14 Aprile, dopo 6 anni
di chiusura per restauro, è stata riaperto nello Zwinger di Dresda il
“Mathematsch-Physikalischer
Salon” (link in inglese) (il Salone Matematico e Fisico).
I pezzi esposti, di notevole
interesse cognitivo, tecnico e artistico, risalgono prevalentemente al periodo
tra il XVII ed il XIX secolo con un’ importante eccezione, “Il Globo Celeste Arabico”
datato XIII secolo.
Attraverso le quattro sale, in cui è
suddivisa l’esposizione permantente, il visitatore percorre un cammino durato secoli che il curatore della mostra “Michael Korey” ha riconcepito in maniera
originale.
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Si parte dalla sala “L’universo dei
Globi”. Agli occhi del visitatore si presenta, in una luce soffusa, una
carrellata di globi di grandezza, costruzione e materiale diverso. Globi celesti,
terrestri, lunari e perfino un globo riproducente Marte. In questa sala è custodito
il pezzo più antico del museo: “Il Globo Celeste Arabico”.
Attraverso un corridoio buio si
raggiunge la sala “Il Corso del Tempo”. Il contrasto tra la luce soffusa della
sala dei globi e la luminosità di questa sala
colpisce immediatamente. Qui è il
tempo a farla da padrone. Orologi di epoche diverse (si va dal XVI al XIX
secolo), a pendolo, da taschino, da viaggio (è esposta anche una sveglia) rivelano
il sapere, la tecnica ed il gusto dell’epoca.
Questo bagaglio di conoscenze ha portato, a metà del XIX secolo, alla fondazione di un’importante azienda produttrice di orologi, in Glasshütte, a sud di Dresda.
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Questo bagaglio di conoscenze ha portato, a metà del XIX secolo, alla fondazione di un’importante azienda produttrice di orologi, in Glasshütte, a sud di Dresda.
L’esposizione prosegue nella sala
“Il Cosmo del Principe”.
Eleganti strumenti di
matematica e di misurazione, veri e propri miracoli della tecnica, che il
principe elettore Augusto di Sassonia riunì all’interno del suo palazzo a Dresda,
nella apposita “Camera delle Arti”, gettando così le basi di quello che sarebbe poi
diventato l’odierno Salone Matematico e Fisico.
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L’ultima sala è dedicata agli “Strumenti
dell’Illuminazione”. Una collezione di imponenti telescopi, specchi ustorii, macchine
per sottovuoto sono i protagonisti indiscussi di questa sala.
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È interessante notare che tutti
gli strumenti esposti per il loro esatto funzionamento prevedono l’intervento umano. È assente una totale autonomia
della Tecnica.
L’Arte e la Tecnica inoltre sono combinate in maniera
armonica ed indissolubile. Anche il più sofisticato strumento tecnico dell’epoca
mostra una chiara componente artistica che dà al suo aspetto esterno la stessa importanza
data il suo meccanismo interno.