Monday, April 22, 2013

Riapre il Salone Matematico e Fisico



Lo scorso 14 Aprile, dopo 6 anni di chiusura per restauro, è stata riaperto nello Zwinger di Dresda il “Mathematsch-Physikalischer Salon” (link in inglese) (il Salone Matematico e Fisico).

I pezzi esposti, di notevole interesse cognitivo, tecnico e artistico, risalgono prevalentemente al periodo tra il XVII ed il XIX secolo con un’ importante eccezione, “Il Globo Celeste Arabico” datato XIII secolo. 

Attraverso le quattro sale, in cui è suddivisa l’esposizione permantente, il visitatore percorre un cammino durato secoli che il curatore della mostra “Michael Korey” ha riconcepito in maniera originale.  

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Si parte dalla sala “L’universo dei Globi”. Agli occhi del visitatore si presenta, in una luce soffusa, una carrellata di globi di grandezza, costruzione e materiale diverso. Globi celesti, terrestri, lunari e perfino un globo riproducente Marte. In questa sala è custodito il pezzo più antico del museo: “Il Globo Celeste Arabico”.

Attraverso un corridoio buio si raggiunge la sala “Il Corso del Tempo”. Il contrasto tra la luce soffusa della sala dei globi e la luminosità di questa sala
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colpisce immediatamente. Qui è il tempo a farla da padrone. Orologi di epoche diverse (si va dal XVI al XIX secolo), a pendolo, da taschino, da viaggio (è esposta anche una sveglia) rivelano il sapere, la tecnica ed il gusto dell’epoca. 

Questo bagaglio di conoscenze ha portato, a metà del XIX secolo, alla fondazione di un’importante azienda produttrice di orologi, in Glasshütte, a sud di Dresda.  

L’esposizione prosegue nella sala “Il Cosmo del Principe”.
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Eleganti strumenti di matematica e di misurazione, veri e propri miracoli della tecnica, che il principe elettore Augusto di Sassonia riunì all’interno del suo palazzo a Dresda, nella apposita “Camera delle Arti”, gettando così le basi di quello che sarebbe poi diventato l’odierno Salone Matematico e Fisico.


 L’ultima sala è dedicata agli “Strumenti dell’Illuminazione”. Una collezione di imponenti telescopi, specchi ustorii, macchine per sottovuoto sono i protagonisti indiscussi di questa sala. 
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È interessante notare che tutti gli strumenti esposti per il loro esatto funzionamento prevedono l’intervento umano. È assente una totale autonomia della Tecnica. 
L’Arte e la Tecnica inoltre sono combinate in maniera armonica ed indissolubile. Anche il più sofisticato strumento tecnico dell’epoca mostra una chiara componente artistica che dà al suo aspetto esterno la stessa importanza data il suo meccanismo interno.